domenica 2 maggio 2010

PubMed

Ecco qui il post relativo all'Assignment n°6, quello riguardante PubMed.
La ricerca che ho voluto fare riguarda la lobotomia. Non che ci sia un motivo particolare, ma molte volte mi è capitato di parlare con amici e di dire "quello/a lì avrebbe bisogno di una lobotomia", "ma che ti hanno fatto una lobotomia?" oppure "lobotomizzati il cervello!", senza nemmeno sapere di cosa si trattasse!
Tra tutti i risultati ottenuti, quello che mi ha colpito di più si intitola così: "The painless brain: lobotomy, psychiatry, and the treatment of chronic pain and terminal illness".
L'articolo dice che la lobotomia è un trattamento per "dolore intrattabile cronico" (non so se la traduzione sia giusta!) e la successiva ricostruzione della percezione del dolore nel paziente.
Secondo l'autore le aspettative riguardo questo intervento delineano una convergenza tra la terapia psichiatrica e gli interventi palliativi. Oltretutto, egli trova un'interfaccia tra il dolore cronico, la depressione e le malattie terminali.
L'autore nel brano mette in discussione l'uso dei criteri sociali e dei giudizi normativi nella decisione clinica di come trattare il dolore.
In effetti, pensandoci bene, arrivare a "recidere le connessioni della corteccia prefrontale dell'encefalo, arrivando all distruzione o all'asportazione diretta di esse", mi sembra alquanto eccessivo, anche nei casi di dolore cronico. Considerando poi che tra gli effetti collaterali si poteva arrivare ad un cambiamento radicale della personalità.
La lobotomia era usata in passato per trattare una vasta gamma di malattie psichiatriche come la schizofrenia, la depressione, la psicosi maniaco-depressiva o disturbi derivati dall'ansia.
Fortunatamente, venne abbandonata quasi completamente all'inizio degli anni settanta, nonostante alcuni paesi abbiano continuato ad applicarla su scala drasticamente ridotta anche negli anni ottanta.
Direi che dopo questa ricerca, comincerò ad usare con meno facilità la frase "ma ti sei lobotomizzato il cervello?"!

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